Lonigo, 24/02/2022
Assistiamo basiti gli eventi che hanno portato due nazioni, storicamente sorelle, nel baratro di una guerra potenzialmente devastante.
I diversi, ma uguali, sistemi economici mondiali trovano modo di affrontarsi portando sul piano bellico quello che da anni ormai è un conflitto che va proponendosi in vari campi da gioco.
Si parte dal campo energetico (Gas, petrolio…) passando per quello economico (oligarchie economiche dell’est e dell ovest si danno battaglia da anni),tecnologico , transitando poi per le varie crisi migratorie (incidenti al confine tra Bielorussia e Polonia , la Turchia che usa i flussi come arma).
Dal punto di vista strettamente “ideologico”, non è che ci sia una gran scelta: da un lato le promettenti proteste di piazza Maidan del 2014 hanno partorito un desiderio indotto di adesione ad un modello capitalistico filo-atlantico incarnato quasi alla perfezione dal governo Zelenskyyj, una sorta di Beppe Grillo ucraino, spalleggiato da organismi che, per superare la loro obsolescenza si son trasformati in strumenti di aggressione ed accerchiamento.
D’altro canto occorrerebbe innanzitutto una spersonalizzazione del nemico russo identificato in Vladimir Putin considerato il deus ex machina della Russia.
Non esiste volontà di ripristino dell’impero russo o dell’ URSS da parte di una sola persona, si tratta della volontà degli oligarchi russi di conquistare (o riconquistare, o mantenere) i mercati più floridi per i loro affari, anche quelli di passaggio come l’Ucraina.
Questo discorso non è per cercare di individuare un “piano preordinato” o un nemico comune contro il quale indirizzare le colpe dei mali del mondo, ma per cercare di chiarire come la situazione geopolitica di quella regione (dalla Bielorussia fino all’Iran) abbia molti attori di cui tenere conto e di molti interessi sopratutto energetici e di materie prime.
Le varie oligarchie pseudo statali (vogliamo chiamarle borghesie??) rincorrono i propri interessi, fregandosene della volontà e dei veri interessi dei popoli sia ucraino che russo, che aldilà delle divisioni storiche ed etero-indotte possiamo considerare entrambi come pilastri dell’ Europa, come si dice : dall’ Atlantico agli Urali.
A proposito di Europa, vorremmo sottolineare la pochezza dei governanti, non tanto italiani che sono considerati meno di zero in questo scenario, ma europei, la signora Von der Leyen ha una credibilità probabilmente inferiore a quella di Di Maio in politica estera, e il signor Borrell gioca a fare Churchill mentre minaccia la Russia di non farli più giocare con loro perché loro hanno portato il pallone.
In un conflitto che obbedisce alle logiche figlie di quella Yalta ove si decisero arbitrarie sfere di influenza, si registra, oggi come allora, l’assenza della componente continentale Europea che invece di difendere, anche in questa situazione drammatica, interessi strategici e geopolitici dell’ Europa stessa, permette che, per l’ennesima volta, il nostro continente sia schiacciato tra interessi divergenti e non sapendo bene che fare ci si precipita a svolgere il ruolo di cameriere per la ben nota finanza anglosassone.
Questo scenario di pochezza è molto preoccupante nello scenario che si prospetta. Nubi oscure sul futuro d’Europa. Nubi che non vengono solo da est. Vengono si da est ma anche da ovest e cosa peggiore di tutte dal nostro interno.
Scomodamente
Il portavoce
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