Lonigo, 9 Gennaio 2024
“A Roma sono stato colpito dal rito del Presente. I morti che restano nei ranghi e combattono assieme e ai vivi: questa è una visione eroica dell’esistenza”.
Con queste parole Yosuke Matsouka, ambasciatore giapponese e poi Ministro degli Esteri nel 1940-41, si espresse visitando la Mostra per la Rivoluzione Fascista.
Sabato 7 gennaio, nel quartiere Tuscolano della Capitale, è stato riproposto il rito del Presente: marzialità e risposta alla chiamata con il saluto luminoso delle nostre origini per commemorare tre Caduti. Quarantasei anni fa a Roma, in via Acca Larenzia, Franco Bigonzetti di diciannove anni e Francesco Ciavatta di diciotto, furono falciati da un commando antifascista all’esterno della sede del MSI.
Qualche ora più tardi un gruppo di militanti si raduna sul posto e un giornalista getta un mozzicone di sigaretta nel sangue rappreso sull’asfalto. Ne nascono dei tafferugli. Un carabiniere prende la mira ad altezza uomo, ma la sua pistola si inceppa. Si fa consegnare la pistola da un collega e spara di nuovo. Cade Stefano Recchioni, vent’anni.
Quarantasei anni dopo, nessun colpevole. In questi giorni ne è seguita una macchina del fango avviata nelle ultime ore in modo pressoché unanime dalle forze politiche sia dell’opposizione che della maggioranza, coadiuvate da buona parte dei cosiddetti mezzi d’informazione; tra invocazione di scioglimenti di Movimenti ed Associazioni non conformi, esposti alla Procura e interrogazioni parlamentari.
Non ci importa evidenziare le contraddizioni, l’ipocrisia, il doppiopesismo, la meschina strumentalizzazione politica, l’esposizione artefatta e strumentale della versione di comodo che una certa sinistra riscrive puntualmente modificando a proprio piacimento le regole della logica per poi darle in pasto all’opinione pubblica, la pavidità servile e arrivista di una certa destra o i trascorsi giudiziari su cui la Cassazione si è già espressa. Ci basta la consapevolezza di essere l’antitesi inconciliabile con lor signori: certezza che si rinnova ogni qualvolta la visione di queste immagini anziché evocare una visione eroica e spirituale dell’esistenza, genera in loro inquietudine e sconcerto.
Forse perché in fondo al loro volgare grigiore rancoroso, sanno che tutto ciò che è nobile ed eroico rappresenta davvero quello che loro non potranno mai essere. I morti restano nei ranghi e combattono assieme ai vivi. Presente! Presente! Presente!
Scomodamente.
Il portavoce.